Le immagini Nella cristianità del Medioevo
Cristo Pantocratore nella Basilica del Santo Sepolcro a Gerusalemme
L’arte medievale trattava lo spazio e la profondità visiva, con implicazioni sia artistiche che teologiche. Durante il Medioevo, la rappresentazione dello spazio nell’arte cristiana si differenziava notevolmente dai criteri prospettici che emergeranno successivamente nel Rinascimento.
Le immagini non cercavano di rappresentare il mondo reale così come appariva agli occhi, ma piuttosto di comunicare significati spirituali e teologici.
Esempio tipico di questo concetto è nelle icone bizantine o nei mosaici delle chiese romaniche, dove il Cristo Pantocratore domina spesso la scena, non tanto per la sua posizione nello spazio quanto per il suo significato trascendente.
Manoscritti miniati
La prospettiva sviluppata durante il Rinascimento, non era utilizzata nel Medioevo ed era addirittura proibita. L’arte medievale si concentrava su rappresentazioni piatte e bidimensionali. Gli artisti non miravano a rappresentare lo spazio tridimensionale, ma piuttosto a trasmettere verità divine attraverso immagini facilmente comprensibili per una popolazione in gran parte analfabeta. Per esempio nei manoscritti miniati, dove spesso inserivano figure stilizzate con oro o argento.
Definizioni di filosofia, antico manoscritto armeno 1280 →

Nel XV secolo, la cultura europea era profondamente influenzata dalla Cristianità. La Chiesa cattolica svolgeva un ruolo centrale nella vita e nella cultura dell’epoca. L’arte, la letteratura e la filosofia erano spesso permeate da temi religiosi e la visione del mondo era fortemente guidata dalla fede cristiana.
Il “periodo buio” del Medioevo è spesso identificato con i secoli immediatamente successivi alla caduta dell’Impero Romano d’Occidente (476 d.C.) e copre un periodo compreso tra il V e il X secolo. Rappresenta una fase complessa e controversa della storia europea. Il termine, coniato dagli studiosi dell’Umanesimo Rinascimentale, si riferisce a un’epoca in cui l’Europa attraversò profonde trasformazioni politiche, sociali e culturali. Fu caratterizzato dalla frammentazione del potere, dalle invasioni barbariche, dalla caduta di antichi imperi e dall’emergere di nuove forze, con popoli migratori che devastarono le città e una società che si riorganizzava attorno al sistema feudale.
Sebbene il termine “buio” suggerisca un periodo di decadenza, la storia del Medioevo non è solo fatta di guerre e invasioni: è necessario considerare anche gli aspetti di continuità culturale che si verificarono in questo lungo arco di tempo. Furono infatti gettate le basi per importanti sviluppi nei campi dell’arte, della filosofia e della religione, che avrebbero influenzato la civiltà europea nei secoli successivi.
“L’Inquisizione medievale” fa riferimento a quel periodo della più generale storia dell’Inquisizione che va dal 1179 fino alla metà del XVI secolo. Al suo interno si distinguono una prima fase, detta Inquisizione vescovile (1184-1231), e una seconda, chiamata Inquisizione legatina o pontificia.
L’Inquisizione cattolica fu istituita nel XIII secolo con l’obiettivo di identificare, processare e sopprimere l’eresia all’interno della Chiesa cattolica. La sua attività si intensificò durante il tardo Medioevo.
L’Inquisizione operava attraverso tribunali ecclesiastici che indagavano su presunti eretici. I processi spesso includevano interrogatori e, talvolta, anche l’uso della tortura per ottenere confessioni. L’eresia veniva considerata una minaccia sia alla stabilità religiosa che sociale.
Uno dei periodi più noti dell’Inquisizione fu quello spagnolo, nel XV secolo, durante il quale ebrei e musulmani furono perseguitati insieme agli eretici. Tuttavia, l’Inquisizione cattolica si svolse in varie regioni europee.
Nei secoli dal XIV al XVI, l’uso delle indulgenze divenne una pratica sempre più controversa all’interno della Chiesa cattolica. Le indulgenze erano dichiarazioni ufficiali della Chiesa che promettevano la remissione parziale o totale delle pene temporali per i peccati commessi dai fedeli. Tuttavia, alcuni membri del clero corrotto sfruttarono questa pratica per ottenere guadagni economici.
I fedeli erano spinti a comprare indulgenze per assicurarsi il perdono dei peccati o per aiutare le anime dei propri defunti a evitare il purgatorio. Questa situazione generò critiche crescenti, soprattutto da parte di figure come Martin Lutero, che successivamente diedero avvio alla Riforma protestante.
Lo scandalo delle indulgenze contribuì a mettere in discussione l’autorità e l’integrità della Chiesa cattolica, portando a profondi cambiamenti nel panorama religioso europeo del tempo.
Rappresentare il dramma
L’arte occidentale ha una svolta con Dante Alighieri e Francesco d’Assisi, fino ad allora tutta la rappresentazione (pagana greco-romana e ebraico-cristiana) veniva posta sugli eroi, il trionfo e le divinità, la gloria, non mettevano in scena le piaghe dell’uomo, la sofferenza.
Dante col libro della Divina Commedia, tre regni e la città di Firenze. →
Dipinto da Domenico di Michelino basato su un disegno di Alesso Baldovinetti, 1465 Duomo di Firenze


Quindi, la dove fino ad allora la cristianità tendenzialmente festeggiava soltanto la resurrezione, la gloria.
Con Francesco d’Assisi, nelle feste religiose laiche fuori dalle chiese, in strada dei paesi, si inizia a mettere in scena la crocefissione, nella sua drammaticità.
← Giotto – Stimmate di san Francesco, 1295–1300
La Chiesa cattolica era al centro del potere spirituale e politico, e la fede in un Dio trascendente era una componente essenziale della vita quotidiana. Artisti come Giotto, Masaccio e altri contribuirono a rappresentare temi religiosi nelle loro opere d’arte, riflettendo la profonda influenza della spiritualità sulla cultura dell’epoca.
Il colore come forma di rappresentazione
Il colore nelle opere di Giotto, in particolare i toni blu intensi, contribuisce indirettamente a una forma di rappresentazione spaziale. Attraverso l’uso sapiente del colore, Giotto riesce a dare l’impressione di volume e profondità. Le sfumature più scure nelle pieghe delle vesti e in alcuni sfondi suggeriscono tridimensionalità, anticipando le innovazioni prospettiche che caratterizzeranno la pittura rinascimentale.

Il colore lapislazzuli
è un pigmento minerale naturale viene ottenuto da una pietra di colore blu intenso, usate dai pittori già in età antica.
← La Fuga in Egitto, Giotto 1303-1305 circa.
Giotto fu invitato da un emissario del Papa Bonifacio VIII a presentare un’opera per dimostrare il suo talento e ottenere una commissione per la decorazione della Basilica di San Pietro. Invece di dipingere qualcosa di complesso, Giotto tracciò un cerchio perfetto con un solo colpo di pennello, senza usare alcuno strumento. L’emissario, stupito dalla precisione e dalla semplicità dell’opera, portò il disegno al Papa, che fu impressionato dal genio di Giotto e gli conferì l’incarico.
Questa storia è raccontata da Giorgio Vasari nel suo celebre libro,
“Le vite de’ più eccellenti pittori, scultori e architettori”. →


Verso la fine del XIII e l’inizio del XIV secolo, emerge un cambio di paradigma con artisti come “Giotto di Bondone”, iniziano a esplorare una maggiore naturalità nella rappresentazione dello spazio. Pur non essendo ancora prospettiva lineare rinascimentale, Giotto introdusse un senso di profondità e tridimensionalità nelle sue pitture, attraverso l’uso più realistico della luce e delle ombre, oltre a una disposizione più logica degli elementi nello spazio. Giotto, ad esempio, nei suoi affreschi nella Cappella degli Scrovegni a Padova, cerca di dare corpo e volume alle figure umane, iniziando ad abbozzare rudimenti di prospettiva che diventeranno più sistematici solo con l’avvento del Quattrocento.
Cappella degli Scrovegni, Padova. →



La prospettiva inversa Vedere il mondo da un altro mondo
Andrej Rublëv usa la prospettiva inversa in modo che il mondo rappresentato non si presenti come una finestra attraverso la quale la mente umana entra nel dipinto, ma il contrario il dipinto si rivolge verso lo spettatore catturando simbolicamente il suo sguardo.
Le raffigurazioni partendo sulla sinistra è Dio Padre, al centro è collocato Gesù, mentre sulla destra è presente lo Spirito Santo. Al centro del dipinto è raffigurato un calice, simbolo del sacrificio eucaristico del Cristo, e il rettangolo in asse che rappresenta una finestra del mondo creato.

La Trinità di Rublëv è l’icona più conosciuta e famosa in tutto il mondo.
La Trinità – di Andrej Rublëv, 1420-1430 ca. →
Le immagini nel Medioevo cristiano riflettevano un mondo dominato dal pensiero simbolico e religioso, in cui la rappresentazione spaziale era subordinata alle necessità di comunicazione spirituale. La prospettiva sarebbe arrivata solo quando artisti come Brunelleschi e Masaccio avrebbero iniziato a creare l’illusione dello spazio tridimensionale. Tuttavia, l’arte medievale offre uno sguardo unico: si può comprendere come la visione del mondo e dello spazio fosse influenzata da concezioni teologiche e spirituali.
Masaccio
La Santissima Trinità, con la Vergine Maria, San Giovanni e i donatori. Basilica di Santa Maria Novella a Firenze, 1425 – 1428.
Ritenuta universalmente una delle opere fondamentali per la nascita del Rinascimento italiano nella storia dell’arte. In essa si trovano tutti i principali contenuti della cultura umanistica e si ha una perfetta sintesi tra pittura, scultura e architettura.
L’opera del Masaccio, segna una svolta poetica dell’artista Brunelleschi dirà:
…rappresenta il dogma trinitario ambientato in una cappella illusionisticamente dipinta …
Masaccio - La Trinità in Santa Maria Novella, 1427-28 →