Ereditare il paesaggio – Biella
BIELLA: MUSEO DEL TERRITORIO BIELLESE
a cura di Giovanna Calvenzi e Maddalena d’Alfonso
Nove grandi maestri della fotografia: Olivo Barbieri, Gabriele Basilico, Vincenzo Castella, Giovanni Chiaramonte, Mario Cresci, Vittore Fossati, Guido Guidi, Mimmo Jodice, Massimo Vitali, presentano diciotto giovani fotografi, un confronto sul nuovo panorama della fotografia di paesaggio in Italia.
Giovani autori: Enrico Benvenuti, Andrea Botto, Marco Campanini, Eugenio Castiglioni, Michele Cera, Alessandro Cimmino, Ricardo Francone, Claudio Gobbi, Tancredi Mangano, Franco Mascolo, Domingo Milella, Maurizio Montagna, Andrea Pertoldeo, Cosimo Pichierri, Salvatore Porcaro, Claudio Sabatino, Stefano Snaidero, Alessandra Spranzi, Marco Trinca Colonel.
Inaugurazione della mostra 15 dicembre 2007.
orario: dal martedì al giovedì 15-19, venerdì 15-22, sabato e domenica 10-19, chiusura lunedì. Aperto i lunedì festivi dalle 10-19.
Via Quintino Sella 13900 Tel: +39 0152529345 – info: info@museodelterritorio.biella.it – www.museodelterritorio.biella.it
Comunicato Stampa:
Il Museo del Territorio Biellese, vista l’importante tradizione del territorio per quanto riguarda le documentazioni fotografiche, tra cui il lavoro di Vittorio Sella, gli archivi della Fondazione Sella e di quella della Fondazione Piacenza, ha deciso di realizzare una programmazione specifica sulla fotografia di paesaggio che inaugurerà, sabato 15 dicembre, con la mostra Ereditare il paesaggio.
Nove grandi maestri della fotografia – Barbieri, Basilico, Castella, Chiaramonte, Cresci, Fossati, Guidi, Jodice e Vitali – presentano diciotto giovani fotografi, due per ciascuno, per confrontarsi con loro sulla fotografia di paesaggio in Italia.
Dall’incontro tra i maestri e i giovani autori nasce appunto l’esposizione Ereditare il paesaggio, a cura di Giovanna Calvenzi e Maddalena d’Alfonso, che il Museo del Territorio di Biella promuove e ospita nelle sale del chiostro cinquecentesco di San Sebastiano, dal 16 dicembre 2007 al 24 marzo 2008.
La rappresentazione del paesaggio è sempre stata uno degli aspetti più interessanti della fotografia italiana, specialmente dall’ormai lontano 1984 quando Luigi Ghirri, Gianni Leone e Enzo Velati organizzarono a Bari la mostra Viaggio in Italia, vera pietra miliare nel rinnovamento del dibattito sulla fotografia paesaggistica. La generazione di autori cresciuti intorno a questa esperienza ha utilizzato la fotografia per interrogarsi sui mutamenti che stavano avvenendo sul territorio. Le loro immagini riproponevano la frantumazione del paesaggio, il proliferare di un’architettura senza qualità e l’espandersi incontrollato delle città, senza denuncia ma prendendo atto dei mutamenti in corso. Oggi quei mutamenti hanno creato nuovi paesaggi con i quali una nuova generazione di fotografi si sta confrontando.
Ereditare il paesaggio vuole essere un’occasione di confronto e di dialogo tra queste due generazioni. I nove maestri invitati hanno contribuito con il loro lavoro a definire gli strumenti di una nuova ricerca, contaminando i confini tra arte, sociologia, urbanistica e fotografia. E a ognuno di loro, per questa mostra, è stato chiesto di scegliere due giovani fotografi, motivando con un breve scritto le ragioni delle loro scelte e mettendo in evidenza gli elementi di continuità ma anche le differenze, in una sorta di passaggio di testimone.
Con l’apertura della stagione 2008-09, il Museo del Territorio Biellese si propone di ampliare le riflessioni sul paesaggio contemporaneo, promuovendo e valorizzando, sull’esempio di numerose istituzioni pubbliche internazionali, fotografia e fotografi, e affiancando all’approfondimento della cultura locale l’apertura al mondo globale: le città proposte in Ereditare il paesaggio, in lavori diversissimi tra loro, per numero, tecnica e dimensione, come Napoli e Shangai, Istanbul, San Francisco, Gibellina e Mosca, rappresentano, a Biella, un’apertura al mondo che sta cambiando.
Questa serie di incontri darà origine a materiali registrati, filmati, trascritti e archiviati che, con le immagini, diventeranno parte del progetto stesso e verranno conservati presso la Fondazione Museo del Territorio Biellese, costituendo il nucleo di un archivio sul paesaggio.
La città intende così riannodare il rapporto con la fotografia, già rappresentata dalla Fondazione Sella e della Fondazione Piacenza, e allargare l’indagine fotografica condotta sul paesaggio industriale locale alla fine degli anni 80 da Gabriele Basilico.
Catalogo Electa
Sabato 9 di febbraio ore 15.00
Presentazione del volume Ereditare il Paesaggio, curato da Giovanna Calvenzi e Maddalena d’Alfonso e edito da Electa.
EDITORE: Electa
EDIZIONE: italiano e inglese
PAGINE: 232
ILLUSTRAZIONI: 180
PREZZO: 40 euro
In quest’occasione il Museo del Territorio Biellese organizza un pomeriggio di riflessione sui temi del territorio e della fotografia.
INTERVENGONO:
Massimo Coda Spuetta, Presidente del Museo del Territorio Biellese
Roberta Valtorta, La tradizione italiana della fotografia di paesaggio
Christian Caujolle, La tradizione italiana della fotografia di paesaggio vista dall’estero
Giovanni Chiaramonte, Le radici e gli antefatti di “Viaggio in Italia”
Mario Cresci, Estensione dell’idea di paesaggio e didattica
Vittore Fossati, Si dicono scrittori. Si dicono fotografi
Claudio Gobbi, Viaggiare come una volta e fotografare con nuovi linguaggi
Alessandro Cimmino, Cronache di Fotografia, una selezione
Maurizio Montagna, Puntualizzazioni sull’appartenenza
Presentazione
OSPITI
Josep Vicente Monzò
Direttore del dipartimento di fotografia all’IVAM di Valencia
Bas Vroege
Direttore dei Paradox ad Amsterdam
Hripsimé Visser
Direttrice del dipartimento di fotografia della Stedelijk Museum di Amsterdam
Laura Serani
Direttrice del SIFest di Savignano sul Rubicone
MODERATRICE
Giovanna Calvenzi
Il catalogo che accompagna la mostra Ereditare il paesaggio (Museo del Territorio Biellese, fino al 24 marzo) è una preziosa testimonianza del lungo il lavoro di ricerca e valorizzazione compiuto per giungere alla realizzazione di un progetto che, fin dal titolo, lancia un messaggio e contemporaneamente un monito.
Biella e il Biellese hanno uno storico rapporto con la fotografia, e in particolare con la fotografia ambientale. Il paesaggio è poi da qualche anno oggetto di attenzione e approfondimento diffusi, in particolare da parte di chi individua in esso una delle matrici dell’identità e della cultura locale.
La tutela e la valorizzazione del paesaggio e dell’ambiente nel quale viviamo è quindi un problema del presente ma anche e soprattutto del futuro. Il territorio non è solo un’eredità da parte dalle generazioni precedenti, ma è anche un prestito dato alle generazioni successive, affinché possano trarre benessere e benefici.
In tale situazione si evidenzia il ruolo che i Musei del Territorio svolgono attraverso un’azione di educazione, di sensibilità e formazione.
Il racconto che le immagini di “Ereditare il paesaggio” trasmettono è quello di un mondo vissuto, praticato, intensamente umanizzato e non stereotipato o da cartolina.
Un’istituzione culturale, un museo, hanno il dovere – e anche fortunatamente il piacere – di promuovere una riflessione matura e approfondita sui problemi e le sfide che la vita civile deve affrontare, senza dimenticare che “la vera terra dei barbari non è quella che non ha mai conosciuto l’arte e la cultura, ma quella che, disseminata di tesori e di opere, non sa apprezzarli né conservarli”, come, pensando all’Italia, già nei primi anni del Novecento ancora Marcel Proust lamentava con indignazione e dolore.
La mostra vuole essere un confronto e un dialogo tra generazioni e linguaggi. Il progetto ha avuto inizio con l’invito a nove autori che, con la continuità del loro lavoro, hanno contribuito a definire gli strumenti per una nuova ricerca sul paesaggio contaminando i confini tra arte, sociologia, urbanistica e fotografia. A ognuno di loro è stato chiesto di indicare due fotografi più giovani per sancire una sorta di metaforico paesaggio di testimone. È nata così una visione composita di intenti e di stili, una panoramica certamente non esauriente e tuttavia ricca di stimoli che testimonia, fra continuità e fratture, le possibilità di rappresentare e immaginare ancora il paesaggio contemporaneo.