Due minuti, questo è il tempo che necessita un’istantanea per rivelare la sua immagine.
Utilizzare uno strumento ormai obsoleto mi da conferma di non poter rincorrere un sistema con richieste che andrebbero ad accontentare un mercato delle immagini.
Con uno sguardo lontano da ogni visione professionale, forse anche con una consapevolezza di un disinteresse da parte di un’utenza artistica, visti gli standard richiesti delle gallerie espositive, ho potuto, in tranquille passeggiate con la macchina di foto istantanee, realizzare questi scatti di piccole, piccolissime immagini.
Piccole icone fatte di terra, mare e luce. Gli innumerevoli soggiorni estivi in Sicilia, forse spontaneamente, sono stati un modo per isolarmi in un luogo che è anche un isola, dove lo sguardo volge a questi luoghi più che con condizionato rimpianto con liberazione da ogni cosa liberando il luogo stesso.
Vivere un istante, che subito dopo lo scatto, guardando le lancette dell’orologio, strappando lentamente la carta negativa da quella positiva, per vedere il rivelarsi di un’immagine.
Le foto istantanee mi hanno sempre dato la sensazione di piccoli scatti appartenenti all’intimità dell’Uomo, quella parte interiore, sincera, una connotazione figurativa dove depositare ogni tanto, come nelle pagine di un diario, i nostri pensieri.

Ricardo Francone