Latitudine del Silenzio

Mostra Il Ramo d’Oro Gallery

“Siamo il nostro ricordo,
un museo immaginario di mutevoli forme,
mucchio di specchi rotti.”

Jorge Luis Borges dalla raccolta Elogio dell’ombra - Einaudi 1969

Ad una certa latitudine, in un determinato silenzio si è mosso Walter Ricardo Francone, fotografo argentino. La latitudine è quella fisica del territorio dell’Argentina, il paese dal quale Ricardo proviene e nel quale è ritornato, alla ricerca di una memoria custodita nei segni e nei simboli presenti nel paesaggio e nei luoghi dell’infanzia; il silenzio è una condizione non solo fisica, ma più che altro mentale necessaria al fotografo, utile a vivere e muoversi nel mondo come se lo stesso fosse già immagine, quindi opera “silenziosa”.

Ricardo ha realizzato questo lavoro muovendosi in automobile da sud a nord nella grande vastità del paesaggio argentino e come scava un contadino alla ricerca della terra migliore, il fotografo ha “scavato” nella profondità del paesaggio per coglierne i dettagli di segni e di simboli, rappresentati spesso da carcasse di auto e pali arrugginiti piuttosto che case abbandonate o vasti spazi “vuoti”, oggetti e luoghi carichi di memoria, frutto di un quotidiano fatto di semplicità e consuetudine ripetuta per anni e secoli, e poi noi uomini, destinati ad “abitare e vivere poeticamente” sulla terra; oggetti, uomini e luoghi ora usciti dall’anonimato e promossi al rango di soggetti protagonisti di un’opera fotografica, per sua natura destinata a mostrare e a durare.

Le opere di Ricardo si distinguono per diverse caratteristiche che le rendono qualitativamente interessanti e di valore sia per quanto concerne l’opera fotografica, sia in relazione al contesto che rappresentano: fotograficamente il suo lavoro si basa sul rigore formale, anche attraverso l’utilizzo di un medio formato quadrato, oltre che sulla attenzione e precisione dell’inquadratura, legata anche ad uno studio dell’immagine fotografica e cinematografica dei grandi maestri; la luce pulita e sempre di taglio per dare profondità e rendere possibile la visione in lontananza; il colore accuratamente studiato, la distanza fotografo / soggetto che rende invisibile il primo e determina grande rispetto per il secondo, mettono in evidenza e sottolineano un legame con il reale forte e veritiero che si concretizza nella visibilità e nel piacere per il dettaglio e più concettualmente nel piacere e nella necessità per il fotografo di “vedere”.

Silvio Varazzani - Il Ramo d’Oro Gallery