La trilogia del Pensiero
Socrate, Platone e Aristotele alla Ricerca del Giusto
Come abbiamo visto in precedenza, per la cultura greca i concetti fondamentali sono l’arte come “mimesi” (imitazione del visibile), l’armonia che regge e governa la forma, l’ordine e la geometria. In Grecia nasce quello che possiamo definire il cuore del pensiero occidentale: la filosofia. L’uomo inizia a utilizzare questa cosa misteriosa, che è il pensiero, per cercare di comprendere l’origine del mondo, la sua forma e la natura del pensiero stesso.
Nel mondo greco nasce così una trilogia fondamentale: Socrate, Platone e Aristotele. Tra le riflessioni più importanti di questa trilogia vi è l’idea che dentro l’uomo esista qualcosa di eterno, una parte interiore chiamata anima, che non è mortale e appartiene a un mondo eterno, lo stesso in cui risiedono anche le idee. Per Socrate è talmente certo che esista qualcosa di immortale ed eterno da ritenere necessario obbedirgli.
Questa ricerca del pensiero porta Socrate a interrogarsi e a spingere gli altri a ragionare, affinché ogni individuo sviluppi un’identità personale e sia in grado, con il proprio pensiero, di indagare e comprendere. L’esperienza della vita ci conferma che, all’interno dell’essere umano, esistono sia aspetti positivi che negativi: possiamo distinguere tra onestà e disonestà, così come tra giustizia e ingiustizia.
La giustizia: Socrate, Platone e Aristotele si chiedono, in senso figurato, ma io, come è che dico a quello grande e grosso, che viene e mi dice: “Giovanni, tu hai i baffi e sei terrone, sei anche piccolo”, e mi dice: “Mi devi dare il tuo portafoglio con i tuoi soldi”. Ah… io lo guardo negli occhi e gli dico: “E perché? Non è giusto… quando mai…” Non finisco la frase che mi trovo orizzontalmente a terra (sempre in senso figurato). Questo, all’incirca, è un dialogo di Platone: la risposta del potente, che dice: “Mi scusi, piccolo, brutto, terrone, sono io quello forte”.
Chiaramonte: (Quando ero a Santa Monica, in California, passeggiando sulla spiaggia, vedo che tutti mi guardano. Ero l’unico europeo e, per di più, il più basso, baffuto e brutto. Non dico ci sia razzismo in America, ma il senso era quello: non ti parlano, non ti dicono che sei piccolo e basso, ma ti guardano, e lo sguardo parla… Si può parlare con lo sguardo. E come se non si può… Lo sguardo parla e parla assai).
...raccolti diffusi da G. Chiaramonte.
Allora, a Socrate, Platone e Aristotele il potente risponde così: “Ma tu, scusami, la giustizia è una tua invenzione. È l’invenzione dei poveri, dei deboli, degli scarti della natura, di quelli venuti male, di quelli che la natura inesorabilmente elimina. Perché per i deboli non c’è giustizia. Nella giungla non puoi permetterti di parlare di giustizia.”
Socrate allora domanda: “A questa affermazione, che cosa possiamo rispondere? Se esiste solo l’ordine visibile della natura, possiamo solo dire: mi scusi, ha ragione.”
Ma poi Socrate aggiunge: “C’è una cosa. Dentro di te, dentro ogni uomo, qualcosa che dice: ‘Questo non è giusto’. Allora, questa opposizione da dove arriva?”
Se si ipotizza che il “pensiero”, nel pensiero dell’uomo, esista metodologicamente la possibilità di comprendere la realtà, si arriva a dimostrare che dentro di noi parla un ordine diverso. Al punto tale che Socrate, condannato ingiustamente, poiché crede in questo ordine superiore, può dire: “Potete fare ciò che volete del mio corpo, tanto io sono immortale.”
Da questa affermazione di Socrate, insieme alla riflessione di Platone sulla giustizia, si svilupperà il concetto di diritti personali e inviolabili dell’individuo. Con il mondo romano, questo principio si perfezionerà in un sistema di leggi unico per il mondo antico.
Virgilio a questo punto potrà dire:
“i greci sono stati grandi nel pensiero e nell’arte, ma ricordati romano, tu dovrai governare con giustizia le genti.”
Stava ha significare che, neanche l’imperatore poteva sopraffare questo diritto: il sistema legislativo era un diritto individuale garantito. Infatti, una delle regole del “Impero d’Occidente” era quella di considerare l’uomo come una persona unica, irripetibile, eterna e immortale.
Tutto questo confluisce nell’unità del Mediterraneo, che rimane per secoli. Come abbiamo detto, l’Impero Romano d’Occidente resse fino al 476 d.C., mentre l’Impero Romano d’Oriente cadde nel 1453 d.C. In Europa, con Carlo Magno, si instaurò il Sacro Romano Impero, che durerà fino al 1806.