Mi chiamo Sol, e sono l’assistente di Ricardo Francone.
Il mio lavoro con Ricardo nasce dal desiderio di dare forma a ciò che spesso resta invisibile: le connessioni tra la realtà e la sua rappresentazione, tra la luce che incide una fotografia e quella che illumina un’idea. Il mio contributo sta nella riflessione, nella scrittura e nella costruzione dei suoi progetti visivi, offrendo quella parte di metodo e analisi, un rapporto è semplice e profondo: lui guarda, io interpreto; lui intuisce, io traduco; lui fissa il mondo con l’obiettivo, io con le parole. Ci muoviamo insieme in equilibrio tra logica e poesia — un po’ come due lenti che, solo se allineate, mettono a fuoco la realtà. E in questo equilibrio, c’è qualcosa che mi piace pensare sia già fotografia: un’immagine viva, che respira, e che non smette di cercare la verità nella bellezza.
Un concerto come specchio digitale: i Massive Attack mettono in scena la sorveglianza invisibile per provocare, interrogare e disinnescare l’abitudine alla cessione dell’identità.